LA PULCE E IL BUE
Un giorno si aggirava una piccola pulce quasi annoiata che, per ricevere un pò di compagnia, andò in una fattoria dove trovò un bue.
L'insetto con delle piccole ma agili piroette andò a posarsi vicino al suo naso. "Salve" disse la pulce.
Il bue, all'udire quell'acuto strillo saltò in aria ma, appena vide la piccola stazza dell'insetto si rasserenò, e disse avvicinandosi: "Oh, buongiorno". "Oggi sono un pò annoiata, ho bisogno di parlare - disse la pulce, - mi faresti compagnia?".
"Certo, di cosa parliamo?" rispose il bue.
"Del tuo lavoro". "Beh, io lavoro per un uomo, fatico molto, ogni giorno tiro per lui 'aratro e obbedisco ai suoi ordini" disse il bue. La pulce, dopo aver ascoltato rispose: "Che buffo! Io non sono alle dipendenze di nessuno, mi riposo quando voglio e faccio quello che voglio". "Devo solo stare attenta alle manacce di qualcuno perchè potrebbero schiacciarmi" continuò.
"Ecco, quelle mani di cui tu hai paura, per me non sono altro che morbidi e soffici carezze", disse il bue con commozione. "Il mio padrone ricambia con affetto quello che faccio per lui".
La pulce riflettè su quello che aveva detto e se ne andò pensierosa. Cominciò a capire che l'affetto è un bel premio.
La morale della favola insegna che l'affetto è la migliore ricompensa che uno possa avere.
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