IL CORVO MALATO
Un cucciolo di corvo dall'indole vivace aveva l'abitudine di prendere in giro e fare dispetti egli animali rubando il loro cibo che con tanti sacrifici avevano ottenuto.
Un giorno fece qualcosa di molto pericoloso che lasciò il segno. Decise di rubare in una piccola casa circondata da una folta vegetazione di alberi e cespugli; trovò un pezzo di carne che afferrò subito e proprio quando stava uscendo dalla casa arrivò il contadino che infuriato prese una pietra e gliela lanciò contro ferendo il ladro gravemente.
Il corvo se ne tornò al nido volando piano e con difficoltà a causa del dolore causato dalla ferita e appena fu arrivato disse a sua madre: "Oh madre, prega il Signore affinchè io guarisca". La corva scoppiata in lacrime disse al figlio: "Figlio mio, come posso chiedere al signore di guarirti se nemmeno ti sei pentito per il male commesso?". Al suono di quelle parole il corvo capì che aveva commesso un errore e che non andava rifatto.
Da allora la ferita del corvetto guarì rapidamente e giurò a se stesso che non avrebbe mai più rubato a qualcuno.
La morale della favola mostra che gli insegnamenti appresi sulla propria pelle sono i più severi e i più difficili da scordare.
domenica 29 gennaio 2017
IL CORVO E LA VOLPE
IL CORVO E LA VOLPE
Un giorno un corvo affamato aveva rubato un pezzo di carne ed era andato in un posto sicuro posandosi su un ramo. Una volpe golosa lo vide e si avvicinò ad esso e cominciò ad onorarlo come il migliore uccello con possenti ali e becco lungo e forte. Infine disse che sarebbe diventato il re degli uccelli se solo avesse potuto far sentire a lei la sua favolosa voce.
Il cervo abboccò al tranello e gli cadde la carne dal becco e la volpe la prese subito con soddisfazione e beffeggiò il cervo dicendo: "Caro corvo, nulla ti mancherebbe per diventare Re, se solo non ti mancasse l'intelligenza".
La favola insegna di non farsi accecare dalla vanità perchè fa commettere degli errori.
Un giorno un corvo affamato aveva rubato un pezzo di carne ed era andato in un posto sicuro posandosi su un ramo. Una volpe golosa lo vide e si avvicinò ad esso e cominciò ad onorarlo come il migliore uccello con possenti ali e becco lungo e forte. Infine disse che sarebbe diventato il re degli uccelli se solo avesse potuto far sentire a lei la sua favolosa voce.
Il cervo abboccò al tranello e gli cadde la carne dal becco e la volpe la prese subito con soddisfazione e beffeggiò il cervo dicendo: "Caro corvo, nulla ti mancherebbe per diventare Re, se solo non ti mancasse l'intelligenza".
La favola insegna di non farsi accecare dalla vanità perchè fa commettere degli errori.
sabato 28 gennaio 2017
IL CERVO ALLA FONTE E IL LEONE
IL CERVO ALLA FONTE E IL LEONE
In una giornata limpida e lucente, un cervo assetato giunse ad una fonte e visto tale limpidezza, decise di specchiarsi. Vide rispecchiati il suo possente fisico con le sue maestose e robuste corna, l'unica cosa che disprezzava era le piccole e sottili zampette.
Improvvisamente notò qualcosa rispecchiato nell'acqua muoversi. Era proprio un leone! Il cervo si mise a correre in una disperata corsa fino a quando il pericolo non fu scampato. Agitato e stanco si concesse un pò di tempo per riprendere fiato e penso. "Wow!" penso il cervo, "Le fragili zampette che avevo disprezzato mi hanno salvato la vita a differenza delle corna che non mi hanno protetto".
La morale della favola insegna che le persone che disprezzi possono rivelarsi salvatori nelle situazioni di pericolo al contrario di quelli che stimavi.
IL CERVO ALLA FONTE E IL LEONE
In una giornata limpida e lucente, un cervo assetato giunse ad una fonte e visto tale limpidezza, decise di specchiarsi. Vide rispecchiarsi il suo possente fisico con le sue maestose e robuste corna, l'unica cosa che disprezzava era le piccole e sottili zampette.
Improvvisamente notò qualcosa rispecchiato nell'acqua muoversi. Era proprio un leone! Il cervo si mise a correre in una disperata e folle corsa alla sopravvivenza, fino a quando le sue grandi e possenti corna si impigliarono nei rami e quando il leone gli balzò contro disse con l'ultimo respiro che aveva:"Che stupido che sono!", "Le corna dove avevo riposto tutta la mia fiducia mi hanno tradito e quelle gambe che tanto disprezzavo mi offrivano la sola pura salvezza".
La morale della favola insegna che nelle persone dove si ripone la stima possono essere traditori al contrario di quelle che disprezzavi.
In una giornata limpida e lucente, un cervo assetato giunse ad una fonte e visto tale limpidezza, decise di specchiarsi. Vide rispecchiati il suo possente fisico con le sue maestose e robuste corna, l'unica cosa che disprezzava era le piccole e sottili zampette.
Improvvisamente notò qualcosa rispecchiato nell'acqua muoversi. Era proprio un leone! Il cervo si mise a correre in una disperata corsa fino a quando il pericolo non fu scampato. Agitato e stanco si concesse un pò di tempo per riprendere fiato e penso. "Wow!" penso il cervo, "Le fragili zampette che avevo disprezzato mi hanno salvato la vita a differenza delle corna che non mi hanno protetto".
La morale della favola insegna che le persone che disprezzi possono rivelarsi salvatori nelle situazioni di pericolo al contrario di quelli che stimavi.
IL CERVO ALLA FONTE E IL LEONE
In una giornata limpida e lucente, un cervo assetato giunse ad una fonte e visto tale limpidezza, decise di specchiarsi. Vide rispecchiarsi il suo possente fisico con le sue maestose e robuste corna, l'unica cosa che disprezzava era le piccole e sottili zampette.
Improvvisamente notò qualcosa rispecchiato nell'acqua muoversi. Era proprio un leone! Il cervo si mise a correre in una disperata e folle corsa alla sopravvivenza, fino a quando le sue grandi e possenti corna si impigliarono nei rami e quando il leone gli balzò contro disse con l'ultimo respiro che aveva:"Che stupido che sono!", "Le corna dove avevo riposto tutta la mia fiducia mi hanno tradito e quelle gambe che tanto disprezzavo mi offrivano la sola pura salvezza".
La morale della favola insegna che nelle persone dove si ripone la stima possono essere traditori al contrario di quelle che disprezzavi.
mercoledì 25 gennaio 2017
IL GRANCHIO E LA VOLPE
IL GRANCHIO E LA VOLPE
Un giorno un granchio marino faceva la sua abitudinale passeggiatina sulla terra ferma, però, vista la bella giornata soleggiata decise di proseguire la camminata per un bel po di tempo.
Improvvisamente una volpe spuntò da un cespuglio e vedendo il granchio, gli balzò improvvisamente e lo afferò. Il granchio in fin di vita disse: "Bene, la colpa è solo mia, il mio posto è in mare e merito di essere mangiato".
La morale della favola insegna di non affrontare situazioni di cui non si è a conoscenza.
Un giorno un granchio marino faceva la sua abitudinale passeggiatina sulla terra ferma, però, vista la bella giornata soleggiata decise di proseguire la camminata per un bel po di tempo.
Improvvisamente una volpe spuntò da un cespuglio e vedendo il granchio, gli balzò improvvisamente e lo afferò. Il granchio in fin di vita disse: "Bene, la colpa è solo mia, il mio posto è in mare e merito di essere mangiato".
La morale della favola insegna di non affrontare situazioni di cui non si è a conoscenza.
lunedì 23 gennaio 2017
LA FORTUNA DEL CAVALLO
LA FORTUNA DEL CAVALLO
Un giorno un cavallo ricco di ornamenti e amato per la sua forza, incontrò un asino stanco e affaticato che tardò ad indicargli la via. Il cavallo rispose con superbia: "Avrei una gran voglia di fracassarti a calci ". L'asino non rispose e con un gemito chiamò i testimoni degli dei. Passò un pò di tempo...
Un giorno un cavallo durante una corsa, azzoppò e fu costretto a lavorare in campagna. Appena l'asino vide l'accaduto si avvicinò per vedere chi era. Era proprio il cavallo dell'altra volta! L'asino non manco di dirgli: " Ricordi che boria e che forza? E che n'hai avuto? Eccoti ridotto alla miseria che prima spregiavi".
La favola insegna ai felici di non disprezzare l'umile, perchè il danno che rechi agli altri ti sarà fatto.
Un giorno un cavallo ricco di ornamenti e amato per la sua forza, incontrò un asino stanco e affaticato che tardò ad indicargli la via. Il cavallo rispose con superbia: "Avrei una gran voglia di fracassarti a calci ". L'asino non rispose e con un gemito chiamò i testimoni degli dei. Passò un pò di tempo...
Un giorno un cavallo durante una corsa, azzoppò e fu costretto a lavorare in campagna. Appena l'asino vide l'accaduto si avvicinò per vedere chi era. Era proprio il cavallo dell'altra volta! L'asino non manco di dirgli: " Ricordi che boria e che forza? E che n'hai avuto? Eccoti ridotto alla miseria che prima spregiavi".
La favola insegna ai felici di non disprezzare l'umile, perchè il danno che rechi agli altri ti sarà fatto.
domenica 22 gennaio 2017
LE DUE BISACCE
LE DUE BISACCE
Dio diede a ciascun uomo due bisacce piene di difetti, una da portare dietro e una da portare avanti. Quella dei difetti altrui la mise davanti, quella dei difetti propri la mise di dietro.
E' per questo motivo che gli uomini non vedono i propri difetti ma bensì quelli altrui.
La favola insegna di giudicare le persone solo dopo aver giudicato se stessi.
Dio diede a ciascun uomo due bisacce piene di difetti, una da portare dietro e una da portare avanti. Quella dei difetti altrui la mise davanti, quella dei difetti propri la mise di dietro.
E' per questo motivo che gli uomini non vedono i propri difetti ma bensì quelli altrui.
La favola insegna di giudicare le persone solo dopo aver giudicato se stessi.
sabato 21 gennaio 2017
LA CICALA E LE FORMICHE
LA CICALA E LE FORMICHE
In una giornata d'inverno, le formiche facevano asciugare all'aria i chicchi di grano.
Un giorno una cicala affamata venne attirata dai chicchi di grano e chiese alle formiche un po di cibo.
Loro risposero: " Perchè durante l'estate non ha fatto la scorta?".
La cicala disse: " Ero impegnata a cantare armoniosamente ".
Ma le formiche risposero ridendo: " Bene amica, adesso che è inverno balla! ".
La favola insegna di non essere negligenti, altrimenti in futuro si pagheranno le consequenze.
In una giornata d'inverno, le formiche facevano asciugare all'aria i chicchi di grano.
Un giorno una cicala affamata venne attirata dai chicchi di grano e chiese alle formiche un po di cibo.
Loro risposero: " Perchè durante l'estate non ha fatto la scorta?".
La cicala disse: " Ero impegnata a cantare armoniosamente ".
Ma le formiche risposero ridendo: " Bene amica, adesso che è inverno balla! ".
La favola insegna di non essere negligenti, altrimenti in futuro si pagheranno le consequenze.
giovedì 19 gennaio 2017
IL CERVO E LA VITE
IL CERVO E LA VITE
In un bel giorno primaverile un cervo dalle sontuose corna pascolava tranquillo. Proprio quel giorno due cacciatori lo avvistarono e si misero ad inseguirlo; per l'animale fu una folle corsa per scampare alla morte, fino a quando non si nascose tra le folti foglie di una vite lucente e matura. I cacciatori passarono vicino al cervo senza neanche vederlo. Lui credendosi nascosto dalla vite e quindi al riparo fece un bel sospiro di sollievo e cominciò a mangiucchiare l'uva, proprio quando un cacciatore sentendo il rumore delle foglie scoprì il nascondiglio del cervo e assieme al compagno lo uccisero con le frecce. Il cervo trafitto dal dolore e in fin di vita disse: "Subisco cose giuste poichè ho fatto torto alla vite che mi aveva salvato".
La morale della favola insegna a chi tratta male i benefattori si verrà puniti da Dio.
IL CERVO E LA VITE
In una mattinata primaverile, fresca e solare, un cervo dalle sontuosa corna pascolava tranquillo e indisturbato, fino a quando il lupo e l'orso non si avvicinarono per rincorrerlo. Il cervo vedendo il pericolo in cui si era cacciato scappò verso un folle fuga. D'improvviso alla luce del sole, vide una vite grande e matura e decise di nascondersi li fino a quando i due aggressori non se ne andarono. Scampata dal pericolo il cervo mangiucchuiò alcuni grappoli d'uva e si rassenerò. Il lupo sentendo un sottile fruscio di foglie tornò indietro e riuscì a scorgere il cervo. Per la preda non vi fu più scampo. I due animali gli balzarono addosso e lo portarono nel loro rifugio.
Da quel momento il cervo fu costretto a pascolare dentro un recinto diventando un attrazione di divertimento per i cuccioli.
La morale della favola insegna che le premature certezze di essere sfuggiti al pericolo sono una fonte di delusione e di pericolo, poichè bisogna avere la certezza che il pericolo se ne sia andato.
martedì 17 gennaio 2017
IL CERBIATTO E IO CERVO
IL CERBIATTO E IL CERVO
Un bel giorno, mentre un cervo brucava le steppe di germogli, accompagnato dal suo fedelissimo cucciolo, un possente ululato squarciò le orecchie dei due animali. Il cucciolo rabbrividì e cerco l'aiuto del padre e vide che anche lui stava tremando! Il cervo disse al cerbiatto di scappare e quando scansati dal pericolo il cucciolo disse al padre: "Padre, come mai hai avuto paura del lupo? Hai delle possenti corna da difesa e sei molto più veloce di esso. Il padre rispose: "Piccolo mio questa paura che tu disprezzi ci ha salvato la vita, poichè scappare di fronte a un nemico molto più forte non è simbolo di codardia, bensì è simbolo di saggezza e fermezza". Il cucciolo ne uscì confortato dalle sue parole e divenne più esperto riguardo alle tecniche di sopravvivenza.
Nella vita serve più saggezza per rinunciare ad affrontare persone più forti e prepotenti piuttosto che per accettare sfide inutili e violente.
lunedì 16 gennaio 2017
L'ASINO, LA VOLPE E IL LEONE
L' ASINO, LA VOLPE E IL LEONE
In un bel giorno adatto alla caccia fecero amicizia due animali, l'asino e la volpe che, avendo concordato un patto di collaborazione reciproca andarono a caccia. Dopo un lungo cammino incontrarono un leone dall'aria minacciosa, la volpe capì subito in che pericolo si erano cacciati e concordò un patto con il leone promettendogli di consegnarli l'asino, in cambio della sua salvezza. Il leone accettò. La volpe condusse l'asino verso una trappola e lo fece cadere. Il leone vide che l'asino era in trappola e non poteva scappare, così assalì per primo la volpe e poi andò ad occuparsi dell'asino in trappola.
La morale della favola insegna di non complottare contro i nemici per salvare se stessi, perchè spesso non si accorgono di rovinare anche se stessi.
domenica 15 gennaio 2017
L'ASINO SELVATICO E L' ASINO DOMESTICO
L'ASINO SELVATICO E L'ASINO DOMESTICO
In una bella giornata calda e solare, passeggiava tranquillamente un piccolo asinello selvatico che, per puro caso incontrò un asinello domestico che se ne stava nella sua bella stalla tranquillo; quando si avvicinò notò subito che l'asinello era bello e tondo e provò una grande invidia pensando: "Che bella vita lussuosa, tanto mangiare, un bel prato per camminare e una bella stalla per riposare".
Un giorno vide un asino carico di materiale sulle sue spalle e preso a bastonate dal padrone, l'asino selvatico guardò meglio e vide proprio che era l'asino che aveva invidiato! Non perse l'occasione di gridargli contro dicendo: " Eh caro mio, non ti considero felice perchè mi rendo conto che l'abbondanza in cui vivi è accompagnata da grande sofferenza".
La morale della favola insegna che è meglio possedere poco e vivere felici piuttosto che avere tanto e vivere infelici.
In una bella giornata calda e solare, passeggiava tranquillamente un piccolo asinello selvatico che, per puro caso incontrò un asinello domestico che se ne stava nella sua bella stalla tranquillo; quando si avvicinò notò subito che l'asinello era bello e tondo e provò una grande invidia pensando: "Che bella vita lussuosa, tanto mangiare, un bel prato per camminare e una bella stalla per riposare".
Un giorno vide un asino carico di materiale sulle sue spalle e preso a bastonate dal padrone, l'asino selvatico guardò meglio e vide proprio che era l'asino che aveva invidiato! Non perse l'occasione di gridargli contro dicendo: " Eh caro mio, non ti considero felice perchè mi rendo conto che l'abbondanza in cui vivi è accompagnata da grande sofferenza".
La morale della favola insegna che è meglio possedere poco e vivere felici piuttosto che avere tanto e vivere infelici.
sabato 14 gennaio 2017
LA ZANZARA E IL LEONE
LA ZANZARA E IL LEONE
C'era una piccola zanzara assai spavalda e furba che, stancandosi di giocare con le sue amiche, volle avventurarsi in un impresa molto difficile e pericolosa...
Un bel giorno andò dal grande re della foresta, il leone. La zanzara gli disse: "Re, sono giunta davanti a voi per lanciarvi una sfida!"." Voi credete di essere il migliore, ma io sono pronta a battervi e ve lo assicuro!". Il leone un po intontito dal suo riposino ascolto con attenzione la sua offerta, e disse divertito: "Accetto la tua sfida!". L'insetto andò a posarsi sulle parti laterali del naso, cioè quelle non pelate lo punse a non finire. Il povero leone cercò in tutti i modi di colpire l'insetto, ma esso era molto più veloce e così finì per farsi male lui stesso graffiandosi il naso. Il leone sfinito si arrese e cadde a terra da sconfitto. La zanzara levandosi in volo piena di gioia e applaudita dagli spettatori, non si accorse della ragnatela e andò a scontrarsi contro e a imprigionarvi. L'insetto capì quanto era grave la situazione e si mise a piangere, ma proprio in quel momento arrivò il leone che aveva visto tutto e con una zampata riuscì a distruggere la tela e a liberare l'insetto dicendo: "Eccoti salvata mia cara amica. Ricordati che esiste sempre qualcuno più forte di te! E questo me lo hai insegnato proprio tu!" La zanzara, da quel giorno imparò a tenere un po' a freno la propria spavalderia.
La morale della favola è rivolta a coloro che abbattono nemici grandi e vengono abbattuti da nemici piccoli.
C'era una piccola zanzara assai spavalda e furba che, stancandosi di giocare con le sue amiche, volle avventurarsi in un impresa molto difficile e pericolosa...
Un bel giorno andò dal grande re della foresta, il leone. La zanzara gli disse: "Re, sono giunta davanti a voi per lanciarvi una sfida!"." Voi credete di essere il migliore, ma io sono pronta a battervi e ve lo assicuro!". Il leone un po intontito dal suo riposino ascolto con attenzione la sua offerta, e disse divertito: "Accetto la tua sfida!". L'insetto andò a posarsi sulle parti laterali del naso, cioè quelle non pelate lo punse a non finire. Il povero leone cercò in tutti i modi di colpire l'insetto, ma esso era molto più veloce e così finì per farsi male lui stesso graffiandosi il naso. Il leone sfinito si arrese e cadde a terra da sconfitto. La zanzara levandosi in volo piena di gioia e applaudita dagli spettatori, non si accorse della ragnatela e andò a scontrarsi contro e a imprigionarvi. L'insetto capì quanto era grave la situazione e si mise a piangere, ma proprio in quel momento arrivò il leone che aveva visto tutto e con una zampata riuscì a distruggere la tela e a liberare l'insetto dicendo: "Eccoti salvata mia cara amica. Ricordati che esiste sempre qualcuno più forte di te! E questo me lo hai insegnato proprio tu!" La zanzara, da quel giorno imparò a tenere un po' a freno la propria spavalderia.
La morale della favola è rivolta a coloro che abbattono nemici grandi e vengono abbattuti da nemici piccoli.
venerdì 13 gennaio 2017
LA VOLPE E IL ROVO
LA VOLPE E IL ROVO
La volpe scivolò sbadatamente da una straccionata, dove si aggrappo prontamente a un rovo.
Ferendosi le zampe sui puntali e provando dolore disse: "Ahime"! "Cercavo aiuto proprio su di te e tu mi hai ferito per bene". La rove rispose: " Sbagliavi, hai voluto aggrapparta me che son quello che si aggrappa a tutto."
La morale della favola mostra come siano stolti coloro che ricorrono per aiuto a chi (d'istinto) è portato a far del male.
giovedì 12 gennaio 2017
LA VOLPE E LA PANTERA
LA VOLPE E LA PANTERA
In una bella giornata soleggiata si incontrano due giovani animali che si specchiano in un lago...
D'improvviso la pantera ruppe il silenzio, dicendo alla volpe: "vuoi paragonarti a te?" Tu sei brutta e piccola, invece io sono magra, agile e bella". La volpe ascoltò con attenzione fino a quando non decise di rispondere: "Io sarò più piccola e più brutta ma, sono più simpatica e piacevole".
"Ah si? io sono più forte e ringhiosa invece tu non sei nulla". La volpe rimase in silenzio per poi dare la risposta definitiva. " Tu sicuramente sei apprezzata per la bellezza esteriore, invece io per la bellezza e la furbizia".
La morale della favole vuole far capire che la bellezza esteriore non è importante, ma bensì quella interiore.
In una bella giornata soleggiata si incontrano due giovani animali che si specchiano in un lago...
D'improvviso la pantera ruppe il silenzio, dicendo alla volpe: "vuoi paragonarti a te?" Tu sei brutta e piccola, invece io sono magra, agile e bella". La volpe ascoltò con attenzione fino a quando non decise di rispondere: "Io sarò più piccola e più brutta ma, sono più simpatica e piacevole".
"Ah si? io sono più forte e ringhiosa invece tu non sei nulla". La volpe rimase in silenzio per poi dare la risposta definitiva. " Tu sicuramente sei apprezzata per la bellezza esteriore, invece io per la bellezza e la furbizia".
La morale della favole vuole far capire che la bellezza esteriore non è importante, ma bensì quella interiore.
martedì 10 gennaio 2017
ESOPO
Esopo
Molte favole esopiche mettono in evidenza la prepotenza e l'ingiustizia dell'uomo, lo fa per far capire alle gente di non sottostare ai prepotenti. Ecco un esempio toccante ed intuitivo: "Il muro e il chiodo", il chiodo dice: "Perché mi trafiggi, io che non ti ho fatto nessun torto?". Il chiodo risponde. "Non sono io il colpevole di ciò, ma quello che da dietro mi spinge con violenza". Ciò fa capire che chi commette un torto è spesso costretto a farlo dalla violenza degli altri ( in questo caso da chi glielo ha imposto).
Esopo nacque a Frigia, visse attorno il 6 secolo a. C..
Sin da bambino fu uno schiavo nella regione della Frigia o della Tracia. Dopo la scarcerazione si impegnò nel scrivere favole per educare i giovani ragazzi a comportarsi in maniera civile e a diventare istruiti. Col tempo scrisse innumerevoli poesie da essere considerato un grandissimo favolista, o addirittura fu considerato il padre delle favole.
Molte favole esopiche mettono in evidenza la prepotenza e l'ingiustizia dell'uomo, lo fa per far capire alle gente di non sottostare ai prepotenti. Ecco un esempio toccante ed intuitivo: "Il muro e il chiodo", il chiodo dice: "Perché mi trafiggi, io che non ti ho fatto nessun torto?". Il chiodo risponde. "Non sono io il colpevole di ciò, ma quello che da dietro mi spinge con violenza". Ciò fa capire che chi commette un torto è spesso costretto a farlo dalla violenza degli altri ( in questo caso da chi glielo ha imposto).
sabato 7 gennaio 2017
LA FAVOLA
La Favola
Origine ed evoluzione:
Deriva dalla parola "Bha" di origine araba risalente a migliaia di anni fa.
La favola trovò un periodo di maggiore sviluppo nella cultura greca dove, i favolisti le diedero un'elaborazione stilistica. La prima favola fu scritta dal poetaeco Esiodo ma non fu considerato il padre della poesia, poichè era troppo breve. Il primo grande compositore fu Esopo, il più grande compositore dell'antica Grecia che fece da modello nei secoli successivi. Nel mondo Romano il più famoso fu Fedro, con le sue favole in "senari giambici"che sfortunatamente molte delle quali andarono perdute. Il modello delle sue favole fu simile a quello di Esopo ma con una differenza: Esopo era nato in un mondo contadino, perciò molte delle sue favole erano ambientate e ispirate in quel territorio, invece Fedro era il favolista di uno stato evoluto e potente dove dominano l'avidità e la prepotenza.
La poesia ebbe un notevole slancio anche in oriente, dove l'opera più famosa fu il Pañcatantra, una raccolta di favole indiane costituita da settanta favole, con lo scopo di educare i giovani ragazzi.
La favola moderna:
Gli scrittori moderni o contemporanei si affidano alla favola per rivolgersi agli adulti e ai bambini; inoltre si adattano alle esigenze delle generazioni a cui si rivolgono per rispecchiare gli aspetti e le abitudini della cultura contemporanea.
Le principali differenze sono:
La trama: è più articolata e complessa
I tempi e i luoghi: sono più precisati
I personaggi: vengono caratterizzati in modo più completo e approfondito
Il linguaggio: è caratterizzato da frasi più complesse
La morale: è poco evidente e quella tradizione può essere modificata
Caratteristiche:
Le favole sono narrazioni per lo più di breve lunghezza. Lo scopo principale è quello di colpire i comportamenti morali e sociali delle persone insegnando e facendole così riflettere. L'autore usa come protagonisti gli animali, in modo tale da incarnare una qualità, un difetto o un vizio umano.
esempio: Il lupo rappresenta l'aggressività, il cane la fedeltà all'uomo, l'agnello rappresenta l'innocenza e la fragilità nei confronti dei prepotenti, la volpe l'astuzia, la cicala la spensieratezza, la formica è simbolo dell'economia, il leone la forza o la prepotenza, ecc.
In ogni favola contiene una morale che si può trovare o alla fine, nella maggior parte dei casi, o all'inizio. Una morale è l'insegnamento che l'autore vuole dare al lettore e può essere esplicita ( quando l'autore lo scrive precisamente ) o implicita ( quando è sottintesa, cioè quando è il lettore che la deve interpretare).
Origine ed evoluzione:
Deriva dalla parola "Bha" di origine araba risalente a migliaia di anni fa.
La favola trovò un periodo di maggiore sviluppo nella cultura greca dove, i favolisti le diedero un'elaborazione stilistica. La prima favola fu scritta dal poetaeco Esiodo ma non fu considerato il padre della poesia, poichè era troppo breve. Il primo grande compositore fu Esopo, il più grande compositore dell'antica Grecia che fece da modello nei secoli successivi. Nel mondo Romano il più famoso fu Fedro, con le sue favole in "senari giambici"che sfortunatamente molte delle quali andarono perdute. Il modello delle sue favole fu simile a quello di Esopo ma con una differenza: Esopo era nato in un mondo contadino, perciò molte delle sue favole erano ambientate e ispirate in quel territorio, invece Fedro era il favolista di uno stato evoluto e potente dove dominano l'avidità e la prepotenza.
La poesia ebbe un notevole slancio anche in oriente, dove l'opera più famosa fu il Pañcatantra, una raccolta di favole indiane costituita da settanta favole, con lo scopo di educare i giovani ragazzi.
La favola moderna:
Gli scrittori moderni o contemporanei si affidano alla favola per rivolgersi agli adulti e ai bambini; inoltre si adattano alle esigenze delle generazioni a cui si rivolgono per rispecchiare gli aspetti e le abitudini della cultura contemporanea.
Le principali differenze sono:
La trama: è più articolata e complessa
I tempi e i luoghi: sono più precisati
I personaggi: vengono caratterizzati in modo più completo e approfondito
Il linguaggio: è caratterizzato da frasi più complesse
La morale: è poco evidente e quella tradizione può essere modificata
Caratteristiche:
Le favole sono narrazioni per lo più di breve lunghezza. Lo scopo principale è quello di colpire i comportamenti morali e sociali delle persone insegnando e facendole così riflettere. L'autore usa come protagonisti gli animali, in modo tale da incarnare una qualità, un difetto o un vizio umano.
esempio: Il lupo rappresenta l'aggressività, il cane la fedeltà all'uomo, l'agnello rappresenta l'innocenza e la fragilità nei confronti dei prepotenti, la volpe l'astuzia, la cicala la spensieratezza, la formica è simbolo dell'economia, il leone la forza o la prepotenza, ecc.
In ogni favola contiene una morale che si può trovare o alla fine, nella maggior parte dei casi, o all'inizio. Una morale è l'insegnamento che l'autore vuole dare al lettore e può essere esplicita ( quando l'autore lo scrive precisamente ) o implicita ( quando è sottintesa, cioè quando è il lettore che la deve interpretare).
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