Un giorno, un bellissimo topo volle avventurarsi nella foresta. Dopo un ora, assetato, andò in un laghetto. Appena si avvicinò incontrò una bellissima ranocchia e fecero conoscenza.
"Io ho fame, perché non diventiamo soci nella caccia" disse la ranocchia.
"Per me va bene"
"Perfetto, per evitare di perderci durante la caccia ci legheremo" concluse cosí la rana.
I due si legarono ai piedi e cosí andarono a caccia. Alla fine presero molte lucertole.
La ranocchia, avendo finito il banchetto, andò nel suo stagno, però portando anche il topo, che non sapendo nuotare soffocò.
Il rumore provocato dal topo attirò l'attenzione di un nibbio che vedendolo a pancia in aria lo prese portando anche la rana legata ad esso.
La rana, pianse tutto il tempo, fino a quando non svegliò il topo svenuto che rosicò le zampe dell'uccello. Questo preso dal dolore lasciò la presa e cosí la rana e il topo furono liberi. Subito i due si slegarono e cosí furno liberi.
La morale della favola insegna che in un legame d'amicizia o d'amore bisogna capire e rispettare le esigenze e i disagi degli altri.
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