mercoledì 22 marzo 2017

L'USIGNOLO E LO SPARVIERO

Un giorno, un bellissimo usignolo, annoiato, decise di cantare posato su una bella foglia di quercia.
Attirò molti animali, stupefatti per la sua voce; sfortunatamente la sua voce fu udita anche da un temibile predatore: lo sparviero. L'usignolo non ebbe neanche il tempo di guardarsi intorno e cosí venne catturato.
Mentre era in volo, afferrato dalle zampe dello sparviero, implorò di lasciarlo andare dicendo che un piccolo uccello come lui non sarebbe stato in grado di sfamare una grande predatore.
L'astuto sparviero rispose: "ingenuo che sei, secondo te lascerei mai un pasto sicuro per un'altro piú grande ed insicuro?"


La morale della favola insegna di non far sfuggire quello che si ha, nella speranza di beni maggiori.

martedì 14 marzo 2017

LA GALLINA DALLE UOVA D'ORO

Un giorno, un contadino, abitualmente, andò a raccogliere le uova dal suo florido pollaio. Appena entrò, vide un oggetto luccicare nascosto tra la paglia. Lo prese e scoprí che era un uovo d'oro; pensò subito che fosse opera del cielo e non del suo pollaio e cosí tornò a casa contento.
Il giorno successivo andò a controllare il suo pollaio scrutandolo con attenzione e la sua attenzione caddè su un oggetto luccicante. Capí che aveva trovato un altro uovo d'oro!
Entusiasto, tornò a casa.
Decise quindi di spiare il suo pollaio tutta la notte cercando di capire chi fosse a deporre le uova d'oro.
Finalmente lo scoprí. Credendo di trovare dentro le sue viscere un tesoro d'oro molto prezioso uccise la gallina.
Sfortunatamente vide che il suo interno era uguale a tutte le altre galline e quindi non trovò nessun tesoro.


La morale della favola insegna a non farsi accecare dall'aviditá, poíchè, quando vuoi troppo rischi di perdere tutto quello che hai.

giovedì 9 marzo 2017

IL TOPO E LA RANOCCHIA

Un giorno, un bellissimo topo volle avventurarsi nella foresta. Dopo un ora, assetato, andò in un laghetto. Appena si avvicinò incontrò una bellissima ranocchia e fecero conoscenza.
"Io ho fame, perché non diventiamo soci nella caccia" disse la ranocchia.
"Per me va bene"
"Perfetto, per evitare di perderci durante la caccia ci legheremo" concluse cosí la rana.
I due si legarono ai piedi e cosí andarono a caccia. Alla fine presero molte lucertole.
La ranocchia, avendo finito il banchetto, andò nel suo stagno, però portando anche il topo, che non sapendo nuotare soffocò.
Il rumore provocato dal topo attirò l'attenzione di un nibbio che vedendolo a pancia in aria lo prese portando anche la rana legata ad esso.
La rana, pianse tutto il tempo, fino a quando non svegliò il topo svenuto che rosicò le zampe dell'uccello. Questo preso dal dolore lasciò la presa e cosí la rana e il topo furono liberi. Subito i due si slegarono e cosí furno liberi.

La morale della favola insegna che in un legame d'amicizia o d'amore bisogna capire e rispettare le esigenze e i disagi degli altri.

venerdì 3 marzo 2017

IL TOPO DI CITTÁ E IL TOPO DI CAMPAGNA

Un giorno, il topo di cittá andó a fare un visita al cugino di campagna.
Il topo di cittá era benestante e mangiava tutto ciò che voleva compreso dolci e altri cibi prelibato; invece, il topo di campagna non godeva di tutto ciò e mangiava solamente pane e formaggio.
Quando i due si incontrarono, il topo di campagna si mostró molto gentile e disponibile offrendogli la sua misera porzione di cibo.
Il topo di campagna rifiutò ciò che gli aveva offerto, e disse: " amico mio, come fai a mangiare questo cibo cosí misero e disgustoso. In cittá si mangia molto meglio! Sarei felice se ti trasferisci da me."
Detto ciò il topo di campagna, incuriosito, accettò la proposta.
Dopo un lungo viaggio arrivarono finalmente a destinazione.
Il topo di cittá disse all'ospite: " avventuriamoci! Andiamo a cercare del prelibato cibo".
Arrivarono in una casa abitata da gente ricca e dopo il loro pranzo, i due topi cominciarono a mangiare di tutto e di piú compreso anche i dolci.
Improvvisamente sentirono una porta muoversi; guardarono intorno e videro entrare due cani affamati. Cominciarono a scappare con tutte le forze che avevano, fino a quando il pericolo non fu scampato.
Il topo di campagna disse a quello di cittá: " me ne vado, meglio mangiare da povero ma sereno, che mangiare da ricco ma ansioso ".



La morale della favola mostra che non tutte le cose piacevoli si possono conquistare senza un minimo di pericolo.

giovedì 2 marzo 2017

LA SCIMMIA E IL CAMMELLO

Un giorno, tutti gli animali della foresta vollero riunirsi per discutere di una faccenda importante.
Vennero tutti e cosí iniziò la riunione.
Ovviamente, prese la parole il leone che con una certa sicurezza disse:
"Signori e signore, siamo qui riuniti per garantire la continuità della nostra pace armoniosa e prospera". Tutti per comunicare la loro adesione al progetto, applaudirono.
Alla fine della riunione fu consumato un prelibato banchetto dove tutti poterono sfamarsi. Alla fine del banchetto, annoiati, chiesero a una scimmia abbastanza vivace di fare uno spettacolo. Ebbene la scimmia salí subito sopra il tavolo e cominciò a ballare ed a fare acrobazie. Fu subito applaudita da tutti, tranne da un cammello che, geloso, decise di imitare la scimmia. Appena di esibí nessuno applaudí e cosí venne deriso da tutti.

La morale della favola insegna ad non essere invidiosi poiché ci impedisce di ragionare e ci lancia in imprese di cui non siamo all'altezza.